La «risaia dei miracoli» che fa convivere produttività e biodiversità si trova ai confini tra Piemonte e Lombardia, nella campagne tra Tornaco e la frazione Villanova di Cassolnovo, nel Pavese.

Gli appassionati di birdwatching (l’osservazione a scopo scientifico degli uccelli) hanno notato una presenza fuori stagione di uccelli migratori in due risaie coltivate con il metodo del trapianto delle zolle. «In quei campi - dice una delle osservatrici Laura Baldasarre - le piantine di riso sono messe a dimora in filari distanziati. La risaia quindi non è vista come un tappeto folto e uniforme. In quegli spazi i volatili definiti limicoli, possono riposarsi e nutrirsi in un habitat compatibile con la biodiversità».

Mentre nelle risaie tradizionali è raro osservare degli ospiti che si fanno strada nel folto della fitta piantagione, tra i filari trapiantati c’è un via-vai intenso: «Siamo stati in grado di ammirare - dice il “birder” Ivaldo Gabasio - un centinaio di Cavalieri d’Italia, decine di “Combattenti”, dozzine di Piro piro boschereccio, perfino un Culbianco. La presenza di un Corriere grosso adulto, accompagnato da un giovane, è stato l’evento più straordinario nella seconda settimana di luglio».

Dal Sud Est asiatico

Decisivo quindi il metodo della coltivazione a zolle, con le piantine cresciute in vivaio e poi trapiantate - sul modello in voga nel Sud Est asiatico - introdotto nella Lomellina pavese e nell’Est Sesia, tra Vicolungo e Landiona. È una sperimentazione nell’ambito del Psr - Programma di sviluppo rurale - della Regione Lombardia: «Sono un centinaio gli ettari coltivati nella zona di Mede Lomellina con sconfinamenti in Piemonte, tra Novarese e Vercellese - dice Mario Marco Zafferoni, professionista agrotecnico che tre anni fa ha pensato di introdurre la metodologia in Italia -. Le piantine vengono sviluppate in vivaio e poi messe a dimora in risaia, utilizzando un macchinario speciale. Le zolle hanno forma quadrata e vengono calate nell’acqua della risaia».

«Produzione in crescita»

La riduzione dell’utilizzo dell’acqua irrigua unita a una velocizzazione dello sviluppo delle piante di oltre tre settimane rispetto alla coltura standard, con il vantaggio non trascurabile del mancato utilizzo di diserbanti, hanno convinto gli agricoltori: «L’intervento di trapianto delle zolle - spiega Mario Marco Zafferoni - è iniziato ai primi di maggio per concludersi a fine giugno. Al terzo anno di sperimentazione puntiamo ad avere una resa paragonabile alla coltivazione standard, senza l’utilizzo di agenti chimici». Sono entusiasti gli studiosi del comportamento degli uccelli: «La tecnica colturale a filari - conclude Baldasarre - riproduce le caratteristiche delle risaie appena seminate che di solito si vedono a marzo-aprile. Gli uccelli sono motivati a fermarsi trovando un habitat idoneo per nutrirsi e riprodursi».

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